Di questi tempi si legge un po’ dappertutto: il successo cinese nel fermare il virus Covid-19 è dovuto al fatto che la Cina è una dittatura. “Una democrazia non può permettersi di imporre misure così draconiane”, si dice e si ripete, al punto che è diventata una verità autoevidente. Ma sarà poi vero?
Intendiamoci: avere un apparato repressivo capillare e ben poco garantista sicuramente aiuta ad ottenere un’elevatissima percentuale di obbedienza alle regole, qualunque esse siano. Ma affrontiamo la questione da un’altra prospettiva e proviamo a chiederci: perchè le norme di blocco totale in stile cinese, se introdotte da noi, provocherebbero una ribellione?
Il motivo più evidente salta subito all’occhio. Se chiudessimo per due mesi o più tutte le attività a rischio contagio che non sono essenziali per la sopravvivenza, si creerebbero pesanti problemi economici ad ogni livello: dall’apice della megaditta a milioni di ultime ruote del carro (in carne ed ossa) che si ritroverebbero senza un reddito e senza la sicurezza di ritrovarlo, perchè ormai è evidente il virus porterà ad una recessione economica globale di durata ancora indeterminata. Quindi è ovvio che per far rispettare un simile provvedimento ci vorrebbe tutta la violenza e capillarità di un apparato repressivo dittatoriale.
Però: che cosa succederebbe se le persone sapessero che per questi due mesi lo stipendio gli arriva lo stesso? Forse non ci sarebbe bisogno di andare con il manganello ad impedirgli di lavorare, no? E se le attività produttive avessero le perdite risarcite, si lamenterebbero lo stesso? Probabilmente sì ( 😀 ), ma questo è un altro discorso!
Facciamo un altro esempio: scuole e asili chiusi. Il problema pratico più pressante sta nel fatto che i genitori lavorano e non possono come prendersi cura dei figli, e si svenano a suon di babysitter. Però, cosa succederebbe se molti genitori (a parte i lavoratori dei servizi essenziali) fossero anch’essi a casa?
Se ci pensiamo, le resistenze più forti ad un’ordinanza di blocco che lascia (quasi) tutti a casa per due mesi si squaglierebbero come neve al sole se fosse garantita a tutti la sostenibilità economica.
Questo è precisamente ciò che avviene in Cina: là si possono permettere di chiudere tutti i negozi non tanto perchè sono una dittatura, ma perchè garantiscono a tutti la sopravvivenza economica. D’altronde, anche una dittatura troverebbe molto difficile applicare norme che portano le persone alla disperazione.
Quindi, la prossima volta che vi diranno che “Eh, per fare certe cose ci vuole una dittatura”, rispondete tranquillamente: “Basterebbe ed avanzerebbe uno stato normale”. Basterebbe un normalissimo stato che tassa in base alla ricchezza e spende per soddisfare i bisogni primari di tutti, ordinari o emergenziali che siano, invece di abdicare al suo ruolo lasciando i soldi nelle tasche di chi ne ha già troppi e abbandonando i suoi cittadini al fragile ecosistema del profitto e dello sfruttamento.