1 | Molise | 98,21% |
2 | Basilicata | 97,64% |
3 | Calabria | 96,48% |
4 | Sicilia | 89,87% |
5 | Sardegna | 87,50% |
6 | Lazio | 79,90% |
7 | Valle d’Aosta | 77,23% |
8 | Toscana | 73,08% |
9 | Umbria | 70,00% |
10 | Abruzzo | 69,57% |
11 | Puglia | 69,12% |
12 | Piemonte | 67,58% |
13 | Marche | 63,80% |
14 | Emilia-Romagna | 63,36% |
15 | Friuli Venezia Giulia | 62,07% |
16 | Liguria | 59,61% |
17 | Lombardia | 59,06% |
18 | Veneto | 54,49% |
19 | Trentino Alto Adige | 53,36% |
20 | Campania | 44,98% |
in effetti, le persone abituate a leggere le righe scritte in piccolo nei contratti avranno notato che il comunicato esordisce dicendo che il primato è “rispetto a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”. Per gli altri, che ingenuamente si concentrano sul titoli e sui virgolettati, l’impressione sarà invece quella di un primato assoluto che in realtà non c’è. L’assessore stesso forse è uno di quelli che firma senza guardare: a leggere gli entusiastici superlativi relativi delle sue affermazioni sembrerebbe che ci creda davvero, che il Piemonte sia il meglio d’Italia.
Ma non è finita qui. Il comunicato continua: “questa analisi dei dati porta anche Marnati a respingere gli attacchi degli esponenti politici che hanno criticato il fatto che in Piemonte i tamponi vengono usati soprattutto per certificare le guarigioni e non per isolare i positivi: “I numeri, che non sono una opinione, dicono il contrario.”“e consiglia “di lasciar da parte polemiche peraltro non fondate dai fatti”. [sottolineatura mia]
E allora guardiamoli, questi numeri! Dato che la Protezione Civile pubblica il numero dei casi testati solo a partire dal 19 aprile, esaminiamo il periodo tra il 19 aprile e il 15 maggio: meno di quattro settimane. In questo periodo, la Regione ha annunciato che:
– ha processato 142.938 tamponi, di cui 81.427 sono risultati negativi
– ha testato 90.210 “non contagiati”
– i nuovi contagi sono stati 8289
. ci sono state 8524 guarigioni complete e 1855 pazienti “in via di guarigione”.
Per certificare una guarigione completa ci vogliono come minimo due tamponi negativi, e per ogni “via di guarigione” ce ne vuole come minimo uno: quindi, almeno 18.903 degli 81.427 tamponi negativi sono stati usati per le guarigioni.
Come facciamo a calcolare quanti sono i tamponi fatti ed analizzati su persone non ancora contagiate? E’ semplice: il tampone ad un “non contagiato” può risultare positivo o negativo. Se è positivo, la persona compare nelle statistiche come “nuovo contagiato”: quindi, il totale dei tamponi positivi sui non contagiati è semplicemente 8289.
Per calcolare quelli negativi, basta prendere il totale dei negativi e togliergli i negativi usati per le guarigioni: 81.427 meno 18.903 fa 62.504
Sommando i positivi con i negativi abbiamo 8289+62504=70.813. I tamponi processati sono stati 142.838: quindi, i tamponi sui “non contagiati” di cui abbiamo i risultati sono meno della metà dei tamponi processati, precisamente il 49,6% del totale. Per citare l’assessore, sembrerebbe che “i numeri, che non sono una opinione, dicono il contrario“… di quello che dice lui.
Ma i numeri ci dicono anche qualcos’altro, ancora più preoccupante: mancano i risultati di almeno 20.000 tamponi.
Eh già: come abbiamo visto, il totale dei tamponi fatti su “non contagiati” di cui abbiamo il risultato sono 70.813.. ma, nello stesso periodo, sono state testate 90.210 persone: facendo 90.210-70.813 scopriamo che mancano all’appello i risultati di almeno 19.397 tamponi. Dove sono?
Perchè “almeno”? Perchè questi numeri si riferiscono solo ai tamponi fatti ai “non contagiati”, senza considerare che ci sono anche 52.728 tamponi fatti ai contagiati. Di questi, sappiamo che almeno 18.903 sono risultati negativi, ma non sappiamo assolutamente nulla degli altri 33.825. Sono stati tutti analizzati e risultati positivi? Non sono stati ancora analizzati? La Regione non ce lo dice: però, ad occhio, suona un po’ strano che manchino i risultati di circa 20.000 tamponi fatti ai non contagiati e che non ne manchi neanche uno tra i tamponi fatti per le guarigioni…
Questo è ciò che si può dedurre dai dati diffusi dalla Regione. Ci sono dati che smentiscono questa ricostruzione? Sono sincero: ne sarei felicissimo. L’idea che in meno di quattro settimane si sia accumulato un ritardo di oltre 20.000 tamponi non mi fa dormire sonni tranquilli, anche perchè la situazione sta peggiorando in modo esponenziale. Nella prima metà del periodo esaminato, dal 19 aprile al 2 maggio, i casi testati sono stati 47.170 e risultati mancanti erano il 18%. Nella seconda metà, i casi testati sono scesi a 43.140 e la frazione di risultati mancanti è salita al 28%.
I numeri ci dicono che situazione epidemiologica del Piemonte è una delle peggiori d’Italia. Dopo mesi di sacrifici ed un futuro che si annuncia difficilissimo, c’è bisogno di un chiarimento serio, non di propaganda. Ci vogliono dati e numeri certi sui tamponi e sul loro impiego. La popolazione non può essere lasciata nell’ignoranza o ancor peggio, presa in giro: è in gioco la completa perdita di fiducia verso le istituzioni regionali.
Aggiornamento del 26 giugno: il persistere dell’anomalia dei risultati mancanti mi fa sospettare che in verità la spiegazione sia differente da quella che avevo ipotizzato. Nello specifico: la regione Piemonte, nei suoi comunicati, usa la formula: “I tamponi diagnostici finora processati sono xxx, di cui yyy risultati negativi” il che significherebbe che xxx-yyy siano tamponi “non negativi”… ma se si somma il totale dei tamponi “risultati negativi” al numero di nuovi contagiati, si ottiene un numero molto vicino a quello dei casi testati totali, il che mi fa pensare che i tamponi “risultati negativi” dichiarati dalla Regione siano in realtà solo relativi ai casi testati, e non includano i tamponi risultati negativi fatti a persone già testate come nel caso dei tamponi per certificare le guarigioni.
Anche se così fosse, rimangono comunque numerosi tamponi “non spiegati”: alcune ipotesi sulla loro origine le trovate a questo link