Il rapporto tra deceduti e contagiati dal Covid-19 è un dato molto importante per valutare l’andamento dell’epidemia. Se fossimo in grado di individuare con certezza tutti i contagiati e tutti i deceduti con il virus, il rapporto tra decessi e contagi ci direbbe qual è la letalità del virus: studiando il suo andamento nel tempo potremmo ad esempio capire se se il virus sta realmente diventando meno aggressivo rispetto all’inizio dell’epidemia.
Nella realtà però è molto difficile determinare con esattezza contagiati e deceduti. Soprattutto nelle prime fasi dell’epidemia la maggior parte dei contagiati nelle aree più colpite non veniva individuata e registrata, principalmente per carenza di tamponi. Le stime fatte con l’aiuto di test sierologici mostrano che in Lombardia il numero di contagi è stato oltre 20 volte maggiore dei numeri ufficiali. In questo caso, l’aumento del numero di tamponi che si è conseguito nel tempo dovrebbe portare ad una notevole diminuzione dei contagi che sfuggono alla registrazione.
Anche per quanto riguarda i decessi, nelle aree più colpite e nelle fasi iniziali del contagio ci sono stati un certo numero di decessi che non sono stati individuati. Incrociando i decessi ufficiali da covid con l’eccesso di mortalità registrato dall’Istat si può ad esempio notare che in Lombardia potrebbero essere sfuggiti ben 7000 decessi nel periodo che arriva fino al 15 maggio. In proporzione, la differenza tra decessi reali e decessi registrati è comunque molto minore che nel caso dei contagi: mentre i contagi reali lombardi sono stati oltre il 2000%, in più di quelli registrati, i decessi reali ammonterebbero al 50% in più di quelli registrati. Anche nel caso dei decessi ci si aspetta comunque che con la diminuzione dei contagi questo problema si riduca notevolmente.
Come detto sopra, Idealmente il rapporto decessi/contagi ci dice quanto è letale il virus. Stanti però le problematiche appena citate, per capire la letalità reale bisogna affidarsi a studi fatti su campioni ristretti e controllati. Le diverse stime tendono a convergere su una letalità compresa tra lo 0,5% e l’1%. Alla luce di questa stima, può essere quindi interessante andare a vedere l’andamento nel tempo del rapporto tra decessi e contagi nelle regioni italiane più colpite. Se ci abbiamo capito qualcosa, ci aspettiamo che questo rapporto sia stato molto elevato a marzo e ad aprile per poi scendere a maggio e giugno grazie ad una maggiore efficienza nel trovare i contagiati. Inoltre, molti medici riportano anedotticamente una minore aggressività dei virus sull’organismo, il che dovrebbe tradursi anch’essa in rappoto decessi/contagi decrescente.
Per fare questo calcolo però bisogna tenere conto del fatto che tra contagio e decesso interviene un intervallo di tempo medio che dovrebbe essere di circa 12-15 giorni ma che in realtà non è facile da stimare, perché dipende da molti fattori (non solo l’aggressività del virus, ma ad esempio i differenti tempi tecnici di registrazione di contagi e decessi). Quindi, ho provato a calcolare il rapporto tra decessi e contagi in tre scenari: nel primo il tempo medio tra registrazione del contagio e registrazione del decesso è di una settimana, nel secondo è di 15 giorni e nel terzo di tre settimane. In appendice trovate una nota metodologica che spiega quali intervalli di tempo sono stati utilizzati.
Ho guardato i dati relativi a Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto che sono le regioni in cui anche a giugno si è verificato un numero di decessi significativo.
Nel caso della Lombardia, la regione più colpita, vediamo che in effetti il rapporto decessi-contagi scende in tutti e tre gli scenari (blu: una settimana, rosso: 15 giorni, grigio: tre settimane), come ci aspettavamo. Nella seconda metà di giugno arriva sotto il 7%.
Le sorprese cominciano ad arrivare nel caso di Piemonte ed Emilia-Romagna: in generale, il rapporto prima scende ma poi torna a risalire e si attesta a fine giugno su valori parecchio elevati, superiori al 10% in Piemonte e superiori al 15% in Emilia-Romagna.
Il caso del Veneto è ancora più sorprendente: se nella prima metà di aprile il rapporto è inferiore al 10%, nei giorni successivi sale notevolmente arrivando a valori superiori al 40%!
Facendo la media dei tre scenari e confrontando le regioni nello stesso grafico, si nota come l’unica regione nel quale il rapporto scende costantemente è la Lombardia. Piemonte ed Emilia scendono per poi risalire, e il Veneto conferma un notevole incremento.
Come spiegare questi dati così difformi? Impresa improba. Ad esempio, è noto che un certo numero di decessi avviene molto dopo la data del contagio: quindi, potrebbe succedere che mentre c’è un notevole calo dei contagi, i decessi rimangano elevati a causa di persone contagiate molto tempo prima e che soccombono al virus dopo una lunga malattia. Rimane comunque difficile capire come mai la Lombardia e il Veneto siano così differenti, una in costante discesa e l’altra in costante salita: dipende anche da una differente strategia nell’uso dei tamponi? O forse è una questione di età media dei contagiati?
Le variabili in gioco sono moltissime, ma alla fine della fiera queste anomalie e la difficoltà ad interpretarle ci dicono con certezza almeno una cosa: i dati a disposizione del pubblico sono estremamente scarni e non consentono di capire che cosa sta succedendo. Scontiamo ancora una grande carenza di informazioni sia quantitative che qualitative e siamo quindi costretti ad aspettare passivamente che chi conosce i dati ci comunichi quello che succede.
E’ una situazione di scarsa trasparenza che purtroppo ostacola la consapevolezza e facilita il proliferare di bufale, teorie sballate e parziali che gettano nella confusione le persone che si riducono a scegliere a chi credere sulla base di ciò che vogliono sentirsi dire. In una situazione così critica i governi, sia nazionali che regionali, dovrebbero attivarsi in ogni modo per garantire la massima trasparenza, in mancanza della quale le opposizioni dovrebbero fare una battaglia a tutela del diritto di informazione.. ma sa una parte e dall’altra quasi tutto tace, il vuoto viene riempito da spacciatori di pessimismo ed ottimismo in cerca di popolarità e la confusione regna sovrana. Che il virus ce la mandi buona..
AGGIORNAMENTO: a seguito di feedback ricevuti sul gruppo FB dell’AIRI, è emerso che una possibile spiegazione dell’impennata veneta è che sia legata alla coda dell’ondata epidemica. Quando l’epidemia è ai minimi termini, i contagi scendono più rapidamente dei decessi in quanto i decessi avvengono appunto con una certa latenza rispetto alla data dei contagi.
In quest’ottica, risulterebbe che il Veneto è ormai (per il momento) nella coda dell’epidemia, Emilia e Piemonte vi stanno entrando mentre in Lombardia la coda non è ancora consolidata. Il rapporto decessi/contagi potrebbe quindi venire impiegato con una certa utilità come indicatore grezzo dello stato dell’epidemia. Se e quando avrò tempo proverò a verificare questa ipotesi andando a vedere il comportamento di questo indicatore in altre nazioni a diversi stadi dell’epidemia.
APPENDICE CON I DATI:
Ecco le tabelle da cui sono stati ricavati i dati. Per ciascuna tabella sono scritti gli intervalli temporali ai quali sono riferiti i contagi e i decessi, ogni intervallo temporale dura 15 giorni. I dati vengono dalla Protezione Civile
scenario “1 settimana” | Lombardia | Piemonte | Emilia-Romagna | Veneto |
deceduti 18/3->2/4 | 6001 | 829 | 1353 | 438 |
contagiati 11/3->26/3 | 27609 | 6033 | 9077 | 5912 |
Rapporto “fine marzo” | 21,74% | 13,74% | 14,91% | 7,41% |
deceduti 2/4->17/4 | 3891 | 1188 | 1092 | 494 |
contagiati 26/3->10/4 | 21159 | 8478 | 8312 | 6486 |
Rapporto “inizio aprile” | 18,39% | 14,01% | 13,14% | 7,62% |
deceduti 17/4->2/5 | 2338 | 955 | 711 | 476 |
contagiati 10/4->25/4 | 15921 | 9414 | 5081 | 3970 |
Rapporto “fine aprile” | 14,69% | 10,14% | 13,99% | 11,99% |
deceduti 2/5->17/5 | 1330 | 486 | 359 | 292 |
contagiati 25/4->10/5 | 9538 | 4239 | 2587 | 1331 |
Rapporto “inizio maggio” | 13,94% | 11,46% | 13,88% | 21,94% |
deceduti 17/5->1/6 | 612 | 264 | 151 | 124 |
contagiati 10/5->25/5 | 5751 | 1563 | 791 | 375 |
Rapporto “fine maggio” | 10,64% | 16,89% | 19,09% | 33,07% |
deceduti 1/6->16/6 | 335 | 142 | 85 | 64 |
contagiati 25/5->9/6 | 3323 | 662 | 359 | 94 |
Rapporto “inizio giugno” | 10,08% | 21,45% | 23,68% | 68,09% |
deceduti 16/6->1/7 | 184 | 73 | 55 | 40 |
contagiati 9/6->24/6 | 2680 | 386 | 358 | 62 |
Rapporto “fine giugno” | 6,87% | 18,91% | 15,36% | 64,52% |
scenario “15 giorni” | Lombardia | Piemonte | Emilia-Romagna | Veneto |
deceduti 18/3->2/4 | 6001 | 829 | 1353 | 438 |
contagiati 3/3->18/3 | 16193 | 2285 | 4105 | 2907 |
Rapporto fine marzo | 37,06% | 36,28% | 32,96% | 15,07% |
deceduti 2/4->17/4 | 3891 | 1188 | 1092 | 494 |
contagiati 18/3->2/4 | 28352 | 8012 | 10808 | 6897 |
Rapporto inizio aprile | 13,72% | 14,83% | 10,10% | 7,16% |
deceduti 17/4->2/5 | 2338 | 955 | 711 | 476 |
contagiati 2/4->17/4 | 18070 | 9450 | 6501 | 5263 |
Rapporto fine aprile | 12,94% | 10,11% | 10,94% | 9,04% |
deceduti 2/5->17/5 | 1330 | 486 | 359 | 292 |
contagiati 17/4->2/5 | 12867 | 7376 | 4016 | 2850 |
Rapporto inizio maggio | 10,34% | 6,59% | 8,94% | 10,25% |
deceduti 17/5->1/6 | 612 | 264 | 151 | 124 |
contagiati 2/5->17/5 | 7842 | 2368 | 1382 | 717 |
Rapporto fine maggio | 7,80% | 11,15% | 10,93% | 17,29% |
deceduti 1/6->16/6 | 335 | 142 | 85 | 64 |
contagiati 17/5->1/6 | 4174 | 1111 | 577 | 213 |
Rapporto inizio giugno | 8,03% | 12,78% | 14,73% | 30,05% |
deceduti 16/6->1/7 | 184 | 73 | 55 | 40 |
contagiati 1/6->16/6 | 3042 | 432 | 288 | 67 |
Rapporto fine giugno | 6,05% | 16,90% | 19,10% | 59,70% |
Scenario “tre settimane” | Lombardia | Piemonte | Emilia-Romagna | Veneto |
deceduti 2/4->17/4 | 3891 | 1188 | 1092 | 494 |
contagiati 11/3->26/3 | 27609 | 6033 | 9077 | 5912 |
Rapporto inizio aprile | 14,09% | 19,69% | 12,03% | 8,36% |
deceduti 17/4->2/5 | 2338 | 955 | 711 | 476 |
contagiati 26/3->10/4 | 21159 | 8478 | 8312 | 6486 |
Rapporto fine aprile | 11,05% | 11,26% | 8,55% | 7,34% |
deceduti 2/5->17/5 | 1330 | 486 | 359 | 292 |
contagiati 10/4->25/4 | 15921 | 9414 | 5081 | 3970 |
Rapporto inizio maggio | 8,35% | 5,16% | 7,07% | 7,36% |
deceduti 17/5->1/6 | 612 | 264 | 151 | 124 |
contagiati 25/4->10/5 | 9538 | 4239 | 2587 | 1331 |
Rapporto fine maggio | 6,42% | 6,23% | 5,84% | 9,32% |
deceduti 1/6->16/6 | 335 | 142 | 85 | 64 |
contagiati 10/5->25/5 | 5751 | 1563 | 791 | 375 |
Rapporto inizio giugno | 5,83% | 9,09% | 10,75% | 17,07% |
deceduti 16/6->1/7 | 184 | 73 | 55 | 40 |
contagiati 25/5->9/6 | 3323 | 662 | 359 | 94 |
Rapporto fine giugno | 5,54% | 11,03% | 15,32% | 42,55% |