Il 10 settembre sul Corriere della Sera è uscito un articolo che chiede di abolire la quarantena per i contatti scolastici dei contagiati.
Gli autori, Gandini e Novara, supportano la loro richiesta scrivendo che all’estero si fa già così. Nel sommario dell’articolo si parla infatti di “modello tedesco” e il pezzo si apre con una frase perentoria: “Sarebbe ora di imparare dagli altri Paesi. I funzionari della sanità pubblica di Berlino stanno cambiando strategia per affrontare il coronavirus nelle scuole e negli asili. Solo i dipendenti e gli alunni positivi saranno messi in quarantena”.
Gli autori citano una dichiarazione a sostegno dell’iniziativa da parte della Ministra dell’istruzione tedesca, e aggiungono che “I responsabili della salute pubblica sconsigliano inoltre i test di screening di massa”.

Seguo ormai da mesi l’andamento della pandemia e delle misure preventive, ma questa notizia mi era sfuggita completamente.. cerco quindi di saperne di più, ma l’articolo non riporta nessuna fonte, nessun nome, neanche una data. Cerco in rete dichiarazioni della ministra tedesca ma non trovo nulla.
Riesco infine a trovare l’articolo dal quale gli autori hanno probabilmente ripreso la notizia. E’ un pezzo di due settimane fa, nel quale la proposta dell’abolizione delle quarantene viene definita “sorprendente”. Si specifica che riguarderebbe solo la città di Berlino (quindi, niente “modello tedesco”) ma è comunque solo una proposta, rispetto alla quale l’SPD (il partito di governo della città-stato di Berlino) è contrario, così come il rappresentante dei genitori (“troppo presto”, dice).
Inoltre, l’idea è in contrasto con le indicazioni di Christian Drosten, il “Tony Fauci” della Germania, che consiglia di continuare a quarantenare le classi anche in presenza di un solo caso, riducendone la durata a cinque giorni.
Sugli screening di massa, l’articolo riporta che l’idea di abolirli è già stata rigettata e che nelle scuole berlinesi si continueranno a fare ben tre test a settimana. Di dichiarazioni della ministra tedesca a supporto della proposta, neanche l’ombra.
Già così appare evidente che le cose non sono affatto come raccontato dai due autori dell’articolo.. ma non è finita: seguendo l’evoluzione della vicenda sui giornali tedeschi, scopro che già dal 6 settembre (ovvero, quattro giorni prima dell’articolo sul Corriere) è noto che dopo una serie di polemiche e critiche , la proposta di abolizione totale della quarantena a Berlino è stata respinta e quindi non verrà attuata.
Nel nuovo schema è previsto che le scuole berlinesi dedichino risorse e tempo per individuare i contatti stretti dei contagiati, che però continueranno a venir posti in quarantena per un tempo di 14 giorni se il contagiato è un insegnante, riducibili a cinque giorni nel caso in cui il contagiato è un alunno e dietro presentazione di un test molecolare negativo (gratuito). Rimane lo screening di massa settimanale, e nel resto della Germania rimangono immutate le regole di quarantena preesistenti.
La notizia riportata dal Corriere è quindi sostanzialmente una bufala bella e buona. Peraltro, anche il resto dell’articolo contiene una serie di imprecisioni e di informazioni parziali. e viene omesso ogni dato e considerazione che ne inficierebbe la tesi. Per fare solo un esempio: l’attuale boom di ospedalizzazioni di minori negli Stati Uniti e le migliaia di casi della grave sindrome multiinfiammatoria nei bambini (MIS-C) sono totalmente ignorati. Più che un articolo informativo, sembra piuttosto un tentativo di persuadere il pubblico ad abbandonare le precauzioni anti-covid nelle scuole “con ogni mezzo necessario”.
Questo brutto episodio colpisce in modo particolare perchè l’articolo non è scritto da un giornalista generalista, ma da persone con dei titoli scientifici che si suppone dovrebbero sapersi districare sull’argomento e che dovrebbero sapere che garantire la veridicità delle notizie che si riportano a supporto delle loro teorie è un requisito basilare e irrinunciabile, tantopiù quando si ha la responsabilità di scrivere sul principale quotidiano italiano.
Ancor più grave è però la posizione del Corriere, che in un periodo di grandissima ansia ed incertezza per genitori e docenti pubblica una notizia errata e priva di riscontri e riferimenti puntuali senza aver effettuato sufficienti verifiche, generando e amplificando disinformazione su un tema sensibilissimo che riguarda la salute e la vita delle persone. L’auspicio è che il Corriere cerchi di riparare almeno parzialmente al danno fatto pubblicando e dando rilievo una smentita puntuale degli errori contenuti nell’articolo, e che d’ora in poi si accerti meglio della solidità dei contributi esterni prima di diffonderli ai suoi milioni di lettori.
Il più grande quotidiano italiano dovrebbe avere la capacità e le risorse necessarie a verificare ciò che pubblica: in ogni caso offro loro la mia disponibilità a contribuire a controllare preventivamente l’affidabilità di articoli simili, nella speranza che gravi episodi come questo non si ripetano in futuro.