Il Gramo e il tulipano

Leggo sul Corriere di oggi l’ennesima invettiva qualunquista del Gramo, stavolta contro le orde di “incivili” che avrebbero “devastato” per bieco e cieco egoismo “una meraviglia di tutti” (una vendita di tulipani) e fatico a capirne il furore.
Questo “tulipark” non è un generoso dono all’umanità intera, ma semplicemente un self-service di tulipani a fini di lucro (venduti peraltro ad un prezzo parecchio caro: 1.50 € a pezzo, a fronte di meno di un euro dai fiorai), molto poco (e male) organizzato.
Ultimamente, come con le bici free-flow, vanno di moda iniziative commerciali che per ridurre all’osso le spese di personale si basano sulla collaborazione dei clienti, salvo poi lamentarsi e piangere quando scoprono che i clienti cercano, anche loro, di massimizzare il loro profitto approfittando dell’organizzazione inesistente.È un po’ come se un ipermercato abolisse i cassieri e i sorveglianti per risparmiare e poi si lamentasse per la gente che si porta via la merce senza pagare.
Alla base c’è la solita morale rovesciata, quella per cui gli imprenditori sono santi benefattori che trasformerebbero il mondo in un paradiso, se non fosse per le masse di plebei ignoranti che si  ostinano per pura cattiveria a sabotare i loro piani di progresso. E’ una morale diffusa ossessivamente da mille pulpiti con tecniche goebbelsiane, diventata ormai pervasiva al punto da essere accettata come naturale paradigma della società. Una morale la cui naturale conseguenza è, ovviamente, lo sdoganamento dell’autoritarismo.

Aggiornamento: un caro amico ha commentato scherzando che perlomeno non avevano sfruttato la famigerata alternanza scuola-lavoro, incuriosito ho provato a googlare e… sorpresa! La realtà supera la fantasia: “E con Tulipark, che proprio oggi, 30 marzo, ha aperto i suoi battenti al pubblico esponendo oltre 300mila tulipani che non attendono altro che di essere colti, il preside ha anche preparato una convenzione per un corso di giardinaggio rivolto agli studenti nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro.
https://www.vignaclarablog.it/2018033076709/labaro-pascal-si-rifa-look-graffiti-studenti/

 

Informazioni su Alessandro Ferretti

Ricercatore all'Università di Torino, dipartimento di Fisica. Leggo molto, e per compensare ogni tanto scrivo.
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2 risposte a Il Gramo e il tulipano

  1. Pippo de Pippis ha detto:

    e non potrebbe essere invece una questione di educazione al rispetto delle regole? L’evasore cerca quindi di massimizzare non andrebbe forse stigmatizzato per il suo comportamento? Esistono posti in cui le persone lasciano la moneta e prendono il giornale senza bisogno del giornalaio. E’ utopistico ambire a questo? Diciamocelo: la storia dell’esproprio proletario e’ una cagata da film di fantozzi.

    La morale rovesciata, quella degli imprenditori santi, non c’entra nulla: pur non condividendo, ad esempio, le politiche commerciali e gestionali di eataly, se mi capita di andarci, non lascio il bagno sporco.

    Lo sdoganamento dell’autoritarismo, cosa molto pericolosa, secondo il mio modesto parere e’ invece invocato dai piu’ dopo avere letto il pezzo di gramellini: si invoca il manganello li’ dove lo schiaffo genitoriale non e’ arrivato o e’ stato comunque vano invece di chiedersi come formare nuove generazioni di Cittadini.

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    • Caro Iannacone, grazie per il suo commento. Mi perdoni ma paragonare la raccolta di un tulipano con il bulbo con l’evasione fiscale o con il lasciare il bagno sporco da eataly mi pare che accosti cose troppo diverse e il risultato è quello di confondere invece che chiarire: se vogliamo discutere, restiamo nel merito dei fatti ed evitiamo di divagare con paragoni azzardati che sono la morte del ragionamento.
      Per il resto: certo che sarebbe bello arrivare ad una società nella quale tutti si comportano “correttamente”… però io credo che per arrivare ad una società di questo tipo bisogna intervenire sulle disuguaglianze (non solo economiche, ma anche sociali) che a mio parere sono la causa più importante di certi comportamenti.
      Qui non si sta parlando di esproprio proletario di tulipani: si sta parlando della realtà concreta del mondo di oggi, nel quale il divario economico-sociale tra chi è in alto e chi è in basso è talmente incolmabile da generare e legittimare comportamenti opportunistici, che spesso non sono altro che riedizioni in scala fortemente ridotta di strategie che fanno, in altri contesti, la fortuna di tanti imprenditori.
      Sono perfettamente consapevole che per molti le disuguaglianze non c’entrano, sono solo pretesti per giustificare l’egoismo e la maleducazione: ci sono legioni di benpensanti che, al grido di “io mi comporto bene, non vedo perchè non dovrebbero comportarsi bene tutti”, invocano pene e punizioni come unica via per una società migliore. Io invece, nella mia vita, ho condiviso per anni le esperienze degli strati sociali “marginali”, quelli che vengono additati come causa di ogni male, e per esperienza diretta mi sono convinto che solo se hai provato sulla tua pelle cosa significa nascere e vivere in certe condizioni puoi comprendere l’origine di certi atteggiamenti e quali siano i rimedi da adottare: rimedi che, a mio parere, non hanno nulla a che vedere con la stigmatizzazione e la repressione.

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